Ingrato compito, questo di salutare un giovane pieno di vita che alla vita è stato strappato.

Ingrato compito, questo, di salutare un giovane avvocato che alla professione è stato strappato in età decisiva per affermarsi nell’arte dell’avvocatura.

Ingrato compito salutare con poche parole Pablo.

Saluto con l’animo in tumulto, a nome di tutti i colleghi, il collega Pablo Rigante; io, che egli in tono scherzoso e, a un tempo, rispettoso chiamava e spero mi chiami ancora zio Biagio.

Un saluto commosso e ammirato.

Ammirato perché esemplare è stata la forza d’animo di Pablo per non farsi travolgere dal pensiero, che certamente avrà avuto, della morte. Egli non ha negato a se stesso la sua dura condizione ma ha reagito, non si è fatto travolgere e ha sfidato la morte.

Pablo da buon avvocato ha patteggiato con la sua devastante malattia ed è vissuto ancora sei anni.

La sua tenacia gli ha consentito di vivere, non di vegetare, sino all’ultimo dei suoi giorni. Non si è lasciato travolgere dal cancro.

Avrai, carissimo Pablo, sicuramente avuto lunghi tormenti ma hai saputo lottare.

Sei stato un guerriero, un guerriero indomito e indomabile.

Ecco perché sei d’esempio per me e per noi tutti. Hai saputo umanizzare la malattia e la morte.

Pace, pace, pace a te e ai tuoi cari.

Ciao Pablo, combattente d’eccezione.