Per la prima volta dalla sua fondazione (New York 17 febbraio 1947) l’International Bar Association (IBA) tiene quest’anno in Italia (Roma 7/12 ottobre) la sua conferenza annuale (previste oltre 200 sessioni).

L’IBA è la principale organizzazione al mondo di professionisti singoli (circa 80.000), associazioni e società legali (circa 190). Influenza lo sviluppo della riforma del diritto internazionale; disegna il futuro dell’Avvocatura nel mondo e consente uno scambio di informazioni e opinioni tra i suoi membri.

Global Insight, rivista bimestrale dell’IBA, nel numero di agosto 2018, contiene uno scritto di Timothy Ryback, direttore esecutivo dell’Institute for Historical Justice and Riconciliation de L’Aia, alquanto significativo perchè affronta il rapporto tra le sensibilità che cambiano e l’immobilità delle statue.

Ecco una sintesi dell’articolo.

Mentre i tempi e le persone cambiano, le statue di quei personaggi protagonisti delle epoche in cui vissero sono immobili, perché incapaci di rispondere alle nuove sensibilità delle nostre società.

Per decenni raramente oggetto di contestazione, ecco che in Sudafrica nasce la richiesta di rimuovere la statua dell’uomo di affari coloniale del XIX secolo, Cecil Rhodes; scontri violenti accompagnano la protesta per la rimozione delle statue dei generali confederati a Charlottesville in Virginia. Nel maggio 2017 il sindaco di New Orleans, Landrieu, ha rimosso quattro statue di eroi di epoca confederata in riconoscimento dei dati demografici della città e dell’evoluzione delle sensibilità.

Un tempo il più grande mercato di commercio di schiavi negli Stati Uniti e un bastione del sentimento antiabolizionista e della supremazia bianca, New Orleans ha ora una popolazione a maggioranza afroamericana con il circa 60% dei residenti.

Rimuovendo i monumenti pubblici che celebravano l’ex Sud degli schiavi, Landrieu vuole creare un ambiente urbano più inclusivo nell’ambito di un progetto sociale per la sua città, che la renda più aperta.

Nel Regno Unito la Città di Bristol si sta chiedendo perché dovrebbe continuare a celebrare Edward Colston, commerciante di schiavi del XVIII secolo, con statue, edifici e persino pasticcini a suo nome, dal momento che la popolazione etnica nera è raddoppiata dall’inizio del nuovo millennio e ha appena eletto una persona di colore come suo Lord Mayor.

In Canada sono sorte controversie simili su statue e memorial dedicati a personaggi che hanno perpetrato torti in danno di popolazioni indigene.

Negli Stati Uniti i tentativi di rimuovere statue di personaggi storici contestati sono stati complicati da leggi e ordinanze nazionali, statali e municipali.

L’articolo del periodico IBA non contiene alcuna risoluzione giuridica e si limita ad annotare che “le statue del generale Lee e del generale Jackson stanno ancora in piedi a Charolettesville, in attesa del loro giudizio finale”.